Riportiamo alcuni elementi di riflessione tratti da una nostra recente esperienza di formazione con una rete di scuole di Torino. L’obiettivo era mettere in contatto gli insegnanti dei tre livelli scolari (infanzia, primaria, secondaria di 1° grado) con lo scopo di costruire un curriculum condiviso. L’argomento su cui abbiamo cominciato a lavorare è la geometria.
Prima di porre in discussione l’oggetto del tema, si è chiesto agli insegnanti di fare concretamente in classe delle attività in cui i bambini fossero protagonisti, venissero invitati a porsi un problema, a spiegare il loro pensiero, a confrontarsi, a condividere parole ed azioni, a comunicare immagini mentali. Questo ci ha consentito di lavorare su materiali di prima mano. E’ stato un lungo impegno svolto con una continua interazione a distanza sulla piattaforma Moodle della Casa degli Insegnanti, sulla quale sono arrivate le voci dei bambini con i loro dialoghi e con le loro scoperte, le foto di ciò che costruivano e i messaggi degli insegnanti che riflettevano momento per momento su ciò che stava capitando in classe.
Le riflessioni più importanti riguardano i cosiddetti ‘punti di snodo’ del curriculum, cioè quelli che caratterizzano maggiormente il passaggio da un grado scolare all’altro ponendo problemi non sempre di facile soluzione. Ne illustriamo alcuni.
Il progressivo decentramento dal corpo nella scuola materna con un inizio di condivisione di immagini mentali deve produrre degli avanzamenti, delle evoluzioni; perché ciò avvenga non basta fare esperienze, ma occorre la riflessione e la condivisione. Dagli oggetti reali alle figure geometriche come oggetti mentali: questo è il cammino della geometria verso l’astrazione perché quegli oggetti mentali aderiscono straordinariamente alla struttura delle realtà ‘empiriche’ dalle quali sono dedotte ma se ne differenziano anche totalmente. Dalla scuola materna allora, su fino alla scuola media, il processo di astrazione deve continuare e rafforzarsi per arrivare all’utilizzo delle conoscenze geometriche nella risoluzione dei problemi, sviluppando quelle capacità argomentative che costituiscono il preludio alla dimostrazione geometrica.
Il lavoro fatto, per noi importantissimo, ci ha permesso di evidenziare come le conoscenze, nelle diverse età, si inseriscano le une sulle altre solo se in ogni fase c’è presa di coscienza. Gli insegnanti devono sforzarsi di immaginare una storia infinita che permetta di aprire giorno dopo giorno nuovi panorami e stimoli quindi gli allievi ad impadronirsi di sempre nuovi strumenti concreti di azione. Il cammino che si percorre è necessariamente in salita, non solo per la fatica che richiede, ma anche per il cambiamento continuo di livello che esige un controllo continuo degli apprendimenti: i ‘salti’ di livello infatti non avvengono se i passi precedenti non sono divenuti il bagaglio necessario per accedere ai successivi. In fondo tutto sta qui, non è importante quanto sia grande questo bagaglio, quanto il fatto che sia effettivo e recuperabile in ogni nuova situazione per poter agire in modo coerente.
Scherzando, abbiamo parlato di ‘sindrome di Eta Beta’ che sembra ignudo, ma riesce sempre a ‘tirar fuori’ ciò che gli serve nel momento opportuno (e sa di averlo!). Il problema quindi è diventato: che cosa deve sapere di avere in tasca Eta Beta in ogni momento (fuori di metafora Eta Beta sono i nostri allievi …e forse anche noi?)
Solo a questo punto si può cominciare a parlare di curricolo, ma anche e soprattutto di metodo condiviso per arrivare piano piano, con grande rispetto dei bambini e della loro intelligenza, a tutti i contenuti necessari.
Maria Cantoni e Donatella Merlo