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Curriculum verticale di matematica

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In questi ultimi due anni la Casa degli Insegnanti si è occupata di un progetto di formazione in rete sul Curricolo in Verticale per Competenze che ha coinvolto un gruppo di scuole della barriera di Milano con capofila la Direzione Didattica Alpi di Via Mercadante.
L’anno scorso gli insegnanti hanno sperimentato in classe alcune attività proposte dai docenti e, a partire da queste esperienze, si è poi avviato un percorso di riflessione rispetto ai contenuti e ai metodi per l’insegnamento della geometria, avendo limitato il campo a questo ambito.
Quest’anno il percorso è proseguito cercando di stimolare gli insegnanti a fare una revisione delle proprie pratiche didattiche per inserire elementi di innovazione all’interno dei curriculum da rielaborare con l’entrata in vigore delle Nuove indicazioni.

Gli obiettivi del corso, in sintesi, riguardavano:

– la condivisione degli aspetti fondanti di un curricolo verticale di matematica con particolare attenzione agli ‘snodi’ tra ordini di scuola e ai processi degli allievi nel percorso di costruzione del sapere matematico

– l’elaborazione di strumenti utili per capire e valutare i processi

Le esperienze dello scorso anno hanno rivelato l’importanza della documentazione del lavoro concreto condiviso dai bambini perché raccogliere le parole che gli allievi dicono e rivedere ciò che hanno costruito favorisce la presa di coscienza da parte degli insegnanti dei percorsi cognitivi che stanno mettendo in atto gli allievi.
Abbiamo messo in evidenza che ogni “gioco” o attività in cui un bambino venga impegnato dalla prima infanzia, finisce col misurarsi con gli  “oggetti” base della geometria e che tutto dovrebbe iniziare col “portare alla mente in immagini condivise” il rapporto con la realtà che giorno per giorno si sperimenta, col saperlo socializzare e richiamare nei nuovi contesti.
Per far evolvere le conoscenze matematiche degli allievi è necessario che le nuove conoscenze si saldino con quelle già esistenti collegandosi in una struttura che rifletta quella proposta dai matematici. Questo è possibile solo se si creano le condizioni per cui il sapere già padroneggiato sia ri-utilizzato e nello stesso tempo sia messo costantemente in crisi e sostituito/ampliato da un sapere nuovo.
Dal  gioco tutto ciò dovrebbe divenire prassi. Man mano il bambino cresce dovrebbe quotidianamente affrontare, ad ogni livello scolare, un problema, una situazione originale con la quale misurarsi e confrontarsi con i compagni per conquistare concretamente  gli “strumenti” concettuali che man mano gli consentiranno di “elaborare”.
Punto nodale: il problema deve essere contestualizzato in campi di esperienza vicini agli allievi per acquistare senso ai loro occhi e spingerli quindi ad elaborare strategie risolutive; la molla per l’azione, infatti, è la motivazione, la sfida.
Punto di partenza del nuovo percorso è stato il richiamo agli snodi concettuali, relativamente alle diverse età, che hanno guidato le sperimentazioni dello scorso anno e che qui richiamiamo brevemente:

-dalla scuola dell’infanzia alla primaria
• progressivo decentramento dal corpo dagli oggetti reali alle figure geometriche come oggetti mentali

-dalla scuola primaria alla scuola secondaria di 1° grado
• gli invarianti per trasformazione
• utilizzo delle conoscenze geometriche per sviluppare capacità argomentative finalizzate all’uso della dimostrazione.

Ciò ha portato gli insegnanti ad entrare nel difficile problema della metodologia di lavoro, metodologia suggerita dalle riflessioni conseguenti al lavoro concreto fatto lo scorso anno e nella direzione delle idee riportate sopra, ma che ognuno può elaborare personalmente in una situazione di comunità di pratica.

Maria Cantoni e Donatella Merlo


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