La Casa degli Insegnanti ha collaborato alla realizzazione del Seminario “Futuro Prossimo” che si è tenuto a Genova in occasione del Festival della Scienza dal 25 al 27 ottobre scorsi (vedi depliant allegato).
Ma cominciamo dall’inizio con le parole di Annarosa Giannetti che ha progettato l’evento.
Il Festival della Scienza di Genova, quest’anno giunto alla sua decima edizione e dedicato alla Bellezza, organizza da qualche anno, con il sostegno del Ministero dello Sviluppo e della Innovazione, Futuro Prossimo – Nuove prospettive per immaginare il domani – iniziativa rivolta agli studenti delle classi terminali delle scuole superiori, finalizzata all’orientamento alle facoltà universitarie e alla sensibilizzazione alle nuove professioni.
Concepita come seminario residenziale di tre giorni, alla scoperta di un futuro lavorativo che si presenta difficile ma nello stesso tempo appassionante per le molte e nuove sollecitazioni, la manifestazione si articola in numerosi “dialoghi” tra ricercatori, operatori e imprenditori di vari settori. Ogni anno hanno partecipato circa 150 studenti selezionati tra i migliori, provenienti da tutte le regioni italiane, ospiti del Festival con i loro insegnanti.
Per questa edizione il Direttore e co-fondatore del Festival, Vittorio Bo (Edizioni Codice), ha voluto ampliare la riflessione, pensando a una iniziativa analoga rivolta a insegnanti e dirigenti scolastici sulla Scuola del Futuro.
Proponendomi di progettare questa manifestazione, abbiamo convenuto sulla necessità di ripensare la scuola presente alla luce di un futuro da costruire su solide scelte etiche e valoriali e di investire su una esperienza che trovasse continuità nel tempo.
Inoltre nel contesto di una manifestazione dedicata alla Scienza, si è scelto di approfondire il tema delle Neuroscienze in rapporto alla conoscenza, e, all’interno di questo scenario, il concetto nuovo, come vedremo, di ‘Semplessità‘ applicata alla didattica.
Per una prima fase sperimentale si è pensato di rivolgersi a un numero limitato di Dirigenti scolastici e Docenti della Scuola Media di primo e secondo grado di tutte le discipline, provenienti soprattutto da Piemonte e Liguria, il cui Ufficio Regionale Scolastico ha offerto ampia collaborazione, e alcuni rappresentanti di altre regioni. Anche in questo caso si è trattato di un seminario residenziale per cinquantacinque corsisti, offerto gratuitamente a trenta di questi, che si è svolto dal 25 al 27 ottobre durante lo svolgimento del festival.
Il Seminario è stato aperto dal Presidente del Festival Manuela Arata e dal Direttore Vittorio Bo che hanno accolto gli insegnanti a Villa Croce, Museo d’arte contemporanea di Genova. Entrambi hanno sottolineato l’esigenza di formulare delle offerte di formazione, che contribuiscano e creare una comunità di riflessione e di confronto intorno al tema, centrale per uno Stato equo e moderno, di scuola e educazione e hanno espresso l’augurio e l’intenzione di ripetere questa manifestazione negli anni futuri con l’intento di creare una rete permanente di innovazione.
I lavori sono iniziati con la conferenza di W. Choi, chimico di formazione, docente e ricercatore proveniente dalla Corea (paese ospite del Festival) e responsabile nel suo paese del progetto per l’Educazione Scientifica Integrata – STEAM – che prevede l’insegnamento transdisciplinare di matematica, fisica, scienze, tecnologia e arte.
E’ stato molto sorprendente vedere grandi “laboratori mobili” realizzati sotto palloni gonfiabili come i nostri campi da tennis invernali, trasportati in grossi tir che raggiungono anche le scuole delle regioni più disagiate del Paese.
Integrazione dei saperi e politica scolastica efficiente hanno permesso in pochi anni ad un paese del “terzo mondo” di diventare uno degli stati più industrializzati e situato ai primi posti nelle graduatorie mondiali dei risultati scolastici.
Il seminario di formazione per insegnanti e dirigenti è nato dunque come proposta di identificazione e approfondimento di quelli che mi sembrano temi cruciali per la scuola nella Complessità della Società contemporanea: l’urgenza di riaffermare il ruolo educativo della scuola, il rapporto tra fragilità sociale e valori, la rilevanza di alcune nuove linee paradigmatiche di ricerca per la pratica didattica in una ipotesi di integrazione dei saperi, e l’analisi di innovazioni e tendenze attuali.
Per iniziare un percorso di rinnovamento e innovazione, quale era il nostro obiettivo, ho creduto fosse utile partire da ipotesi e modalità di lavoro ispirate alla Ricerca – Azione, quindi innanzi tutto dall’ascolto di alcune riflessioni e ricerche recenti sulla situazione contemporanea della nostra società, unite all’analisi delle prassi correnti, con la disponibilità a valutare criticamente il proprio operato e a cambiare eventualmente il punto di vista su di esso.
Non si tratta di opporre una visione “tradizionale” ad una “moderna “, o addirittura proporne una “post-moderna”, quanto piuttosto di affermare la necessità di operare un costante controllo critico sulle proprie scelte, anche le più efficaci e attuali, attuando una continua “sospensione del giudizio”.
Abbiamo avuto un efficace esempio di “cambio di prospettiva”, con il contributo di analisi sociologica sulla Scuola digitale, che, a partire da indagini statistiche molto recenti, metteva in rilievo l’assenza di miglioramento, in media, nei risultati dei test Pisa e Invalsi, presso classi che avevano adottato modalità operative e strumentazioni tecnologiche all’avanguardia.
L’indicazione che se ne potrebbe trarre, tutta da verificare, è che i risultati dei “migliori” siano buoni indipendentemente dalla metodologia adottata, e che per le fasce medio basse ci sia un problema effettivo e grave, di preparazione ma anche di organizzazione scolastica – forse di politica scolastica – che le nuove tecnologie, pur necessarie e positive, non sono sufficienti a risolvere.
Questo potrebbe essere un esempio di stimolo interessante di studio e ricerca nelle classi.
Tale intervento si situava all’interno di una tavola rotonda (Rosa Bottino Direttore dell’Istituto delle Tecnologie didattiche del Cnr di Genova, Marco Gui dell’Università Bicocca di Milano, Corrado Bologna dell’Università La Sapienza di Roma) che aveva proprio lo scopo di accostare letture diverse di una situazione attuale, la cosiddetta Scuola 2.0, nella quale, accanto alla proposta di modalità e contenuti scientifici e tecnologici nuovi, deve trovare spazio la formazione, presso gli insegnanti, all’uso consapevole e allo sfruttamento, in termini di buone pratiche, di questi.
E’ stata inoltre sottolineata in questo contesto, la necessità di insegnare la Lingua Italiana per arrivare a “possedere la parola” come strumento fondamentale di conoscenza di sé e della realtà e strumento necessario di “relazione” oltre che di comunicazione.
Un’ampia riflessione è stata dedicata al ruolo fondamentale dell’insegnamento della Letteratura, non solo per imparare a “dare la parola” e ad “ascoltare”, ma anche e soprattutto per la ricchezza ancora viva e significativa, proprio per la nostra società complessa, di un’educazione umanistica centrata sullo “studio” dei Classici (Carlo Ossola del Collège de France).
Mi è sembrato importante, in questo primo appuntamento con gli insegnanti, non separare le discipline, per attuare da subito una delle ipotesi iniziali di intervento di transdisciplinarietà e di integrazione dei saperi, e per sottolineare, come prima caratteristica, la funzione educativa che compete a tutti i docenti.
In questa ottica ho ritenuto necessario partire da alcune riflessioni sulla condizione adulta e quella giovanile nella nostra società e sul disimpegno educativo contemporaneo delle due istituzioni fondamentali famiglia e scuola, al quale si accompagna un’afasia relazionale e testimoniale, che rende difficile il passaggio all’età adulta dei nostri giovani (Antonio Scurati e Eraldo Affinati, docenti e scrittori).
L’idea della classe come comunità in cui sperimentare l’alterità attiene anch’essa alla funzione educativa, e in tale contesto è stata messa in evidenza l’insufficienza attuale di azioni didattiche volte alla creazione di interazioni di gruppo significative, sottolineando peraltro l’importanza dello “sguardo” del maestro e del “sapersi vedere” tra i pari, nella creazione del gruppo-classe (Teresa Longo dell’Università di Amiens).
Lo “sguardo” dei ragazzi l’abbiamo incontrato la sera del primo giorno quando Gabriele Vacis, regista e drammaturgo che riesce con grande sensibilità a dialogare con i ragazzi, ci ha raccontato e mostrato l’esperienza del suo spettacolo sulla Bellezza, realizzato con un gruppo di adolescenti di Torino nella primavera di quest’anno.
Nell’ambito di un incontro con gli studenti ospiti di Futuro Prossimo, abbiamo ascoltato l’analisi di Salvo Intravaia, insegnante e giornalista di Repubblica, sulla situazione scolastica attuale.
La tavola rotonda su Linguaggi e Affettività aveva lo scopo di far emergere il problema, così forte attualmente, della “gestione del corpo” e dello sviluppo armonico della personalità nella relazione educativa (Claudia Caffi dell’Università di Genova, Pia Massaglia dell’Università di Torino, Paolo Mirabella dell’Università Cattolica di Milano) e quindi ha sottolineato da vari punti di vista – linguistico, neuropsichiatrico, bioetico – l’urgenza di attuare con diverse azioni didattiche l’educazione al “Linguaggio dei Sentimenti “. E’ questa uno strumento essenziale nel cammino verso l’età adulta, poiché contribuisce a creare nei giovani l’esigenza di rispetto di se’ e degli altri, condizione necessaria per costruire dei legami sociali autentici. Infine la relazione conclusiva è stata un forte appello sul significato e importanza del “discernimento” in Educazione – saper discernere da parte del docente ma anche educare a discernere – e ha posto l’accento sull’esigenza, soprattutto nella nostra società complessa, di imparare a operare delle scelte eticamente ispirate e consapevoli, facendo emergere il ruolo e la responsabilità del Maestro in questo contesto (Benedetta Papasogli prorettore dell’Università Lumsa di Roma).
La pratica didattica nell’ambito della scuola intesa come Sistema complesso era il tema centrale dal punto di vista della ricerca didattica futura ed è stato affrontato all’interno di un discorso più ampio sulla Complessità e sul tema dei Big Data (Mario Rasetti del Politecnico di Torino), e proposto alla riflessione attraverso l’ottica delle Neuroscienze: come le teorie, ad esse ispirate, sul funzionamento del cervello e la costruzione delle conoscenze ci possano suggerire interventi nell’insegnamento e nella formazione (Lamberto Maffei presidente dell’Accademia dei Lincei).
In particolare avevamo domandato a Alain Berthoz, professore di Fisiologia della Percezione al Collège de France, di presentarci il concetto paradigmatico di Semplessità, come “complessità decifrabile”, da lui introdotto per i sistemi viventi, in un libro tradotto nelle Edizioni Codice, e ora alla base di interpretazioni e proposte traslate in ambito sociale e pedagogico in Francia e in Italia – come ad esempio il tema della Didattica Semplessa (Maurizio Sibilio dell’Università di Salerno) e degli Artefatti cognitivi e del Corpo che apprende (Pier Giuseppe Rossi dell’Università di Macerata)-.
Il tema è particolarmente rilevante per le caratteristiche di ricchezza e flessibilità che presenta e che lo rendono particolarmente interessante dal punto di vista delle applicazioni in Pedagogia. Queste stesse caratteristiche hanno permesso uno sviluppo delle ricerche in ambito della fisiologia del cervello verso il concetto di “Vicarianza” come possibilità di sopperire alle “mancanze” o insufficienze (A. Berthoz).
Sono stati presentati come complemento, alcuni progetti di ricerca di gruppi pedagogici italiani – in particolare delle Università di Milano Cattolica, Macerata e Salerno – che si riconducono a tali ipotesi, per offrire agli insegnanti la possibilità di venire a conoscenza di queste tematiche e proporre argomenti per la didattica.
Per affrontare tutti questi temi, che consideriamo fondanti del lavoro futuro degli insegnanti interessati a intraprendere azioni sperimentali in tale contesto, abbiamo scelto, per questo primo momento formativo, di ridurre il tempo dedicato alle attività di discussione a favore di quello riservato a interventi frontali.
Si sono svolti tuttavia dei lavori in gruppo dedicati ad alcune delle tematiche che vorremmo continuare come proposte sperimentali: un laboratorio di Scrittura creativa e Classici, una riflessione sulla creazione di situazioni didattiche che privilegino le Interazioni linguaggio – affettività, la proposta di uso di una piattaforma come strumento didattico e di confronto tra docenti (Stas Gawronski giornalista di Rai Education, Antonella Anichini dell’Ospedale Pediatrico di Torino, ClaudiaTesta Presidente dell’Associazione La Casa degli Insegnanti di Torino).
Si trattava, infatti, di illustrare le basi di ricerca e le condizioni di lavoro futuro, per permettere ai docenti di valutare il proprio interesse e la propria disponibilità a impegnarsi.
A tale scopo sarà presto inviata ai corsisti una comunicazione sulle proposte concrete che saranno offerte e sugli incontri futuri dedicati al confronto e alla riflessione di gruppo.
Gli insegnanti presenti al Seminario che vogliono iniziare una sperimentazione potranno usufruire della piattaforma che il sito dell’Associazione ”La casa degli Insegnanti” di Torino http://www.la casadegliinsegnanti.it/ mette a disposizione per creare una comunità di ricerca e confronto.
Annarosa Giannetti